Generazione X: il libro cult che è diventato definizione

Generazione X di Coupland è un libro che ha influito nella cultura di fine secolo quanto Fight Club o Meno di Zero: opere come queste sono capaci di raccontare in modo inspiegabilmente completo e coinciso la sensazione provata da un’intera generazione. Coupland definisce ante litteram una generazione, un punto di svolta che profila il pensiero alternativo.

Generation X, Douglas Coupland
Generation X: tales for an accelerated culture, Douglas Coupland, 1991, St. Martin’s Press

Coupland: un autore pop

Douglas Coupland (Baden-Soellingen, Canada, 30 dicembre 1961), è purtroppo poco conosciuto in Italia. Oltre ad essere scrittore, è anche artista, giornalista, saggista, drammaturgo e sceneggiatore. In seguito al grande successo letterario ottenuto grazie a Generazione X, Coupland si dedicò infatti all’arte visiva e, più tardi, ne indagò le commistioni con la letteratura. La sensibilità artistica riscontrabile nelle sue opere richiama fortemente la Pop Art e l’Avantpop.

Al fine di collocare artisticamente il suo lavoro è utile ricordarne le influenze. Coupland riconosce una grande affinità ad artisti come R.E.M., The Smiths, Chuck Palahniuk e B. E. Ellis. e deve molto a personalità come Margaret Drabble, Truman Capote, Kurt Vonnegut, Joan Didion (la quale influì notevolmente anche sul lavoro di B.E. Ellis, non a caso).

La cultura pop ha dunque fortemente influenzato il suo lavoro, volto alla riflessione (o alla semplice messa in mostra) della realtà per come è sentita e vissuta dalla sua generazione.

Un libro ad impatto visivo

La prima uscita di Generation X: tales for an accelerated culture risale al 1991, edita da St. Martin’s Press, New York. Così come nella nella versione italiana pubblicata da Mondadori nel 1996, le prime edizioni del romanzo presentano un’impaginazione innovativa. Il libro prevede infatti una più ampia larghezza delle pagine. Se le colonne centrali contengono il testo, quelle esterne presentano:

  • slogan, per esempio:
    • IL SOLE NON È TUO NEMICO
    • REINVENTARE IL CETO MEDIO
    • SIMULA TE STESSO
    • TU NON SEI IL TUO EGO (che ricorda “TU NON SEI IL TUO LAVORO”, sussurrato da Tyler Durdern in Fight Club ),
  • neologismi e terminologie, per esempio:
    • Bassifondismo conversazionale: il piacere che si ricava nell’intavolare consapevolmente una conversazione del tutto priva di rigore intellettuale.
    • Oz-mosi: l’incapacità di trovare confermata nel lavoro l’alta opinione che si ha di sè
  • fumetti pop-art creati dalla mano di Paul Leroche, per esempio:

L’impatto visivo è tutto moderno e sembra volerci offrire un dizionario per approfondire la conoscenza della nuova generazione. Inoltre, lo stile ripropone (satiricamente?) la flash-cultura a cui siamo sottoposti: il marketing pubblicitario, il-tutto-e-niente degli slogan, l’arte pop. Allo stesso tempo, le terminologie fanno sfoggio dell’iper-istruzione intellettualoide a cui molti giungono dopo anni di studio (che purtroppo a volte non porta a posizioni lavorative decenti) e a cui ci si appiglia per sentirsi meglio. Esattamente il contesto incerto e dai valori confusi che ha investito la cultura e la società degli anni ’80 e ’90.

Tre amici, simbolo di molti

Generazione X segue per un breve periodo (da prima a dopo Capodanno) la vita di tre amici sulla trentina: Andy, Dag, Claire. Ad inframezzare le loro vicende, raccontate da Andy in prima persona, vi sono le “storie della buonanotte”:

[…] il meccanismo è estremamente semplice: inventiamo delle storie e ce le raccontiamo. L’unica regola è che non è concesso interrompere, proprio come agli AA (ndr: Alcolisti Anonimi, a cui Andy ha partecipato), e una volta conclusa la storia non è concesso criticare. Questa atmosfera acritica ci è congeniale, siamo tutti e tre molto restii a svelare le nostre emozioni.

Generazione X, D. Coupland

Questi brevi aneddoti (che nulla condividono con le favole per andare a dormire, essendo propriamente per adulti), per quanto a volte tendenzialmente folli, posano sullo sfondo tetro e disturbante che interessa l’evoluzione della società dei protagonisti stessi. Qualcosa che accomuna i loro pensieri è infatti la paura per un futuro tecnologico incerto: l’ombra della bomba atomica, i viaggi nello spazio.

Andy, Dag e Claire si incontrano dopo che ognuno di loro ha deciso di lasciare la famiglia, il destino programmato o il lavoro nel recinto da ingrasso (= postazione di lavoro piccola e angusta con pannelli smontabili rivestiti in stoffa, abitata in genere da un membro del personale impiegatizio. Così denominata a ricordo dei cubicoli usati per il bestiame prima della macellazione). Si ritrovano dunque a vivere in bungalow in un’area residenziale del deserto della California, campando con un McJob (=impiego a paga irrisoria, basso prestigio, bassa dignità, bassa realizzazione e senza futuro, in genere nel settore dei servizi. Considerato una scelta professionale soddisfacente da persone che non ne hanno avute mai), cercando di vivere semplicemente e lontano dalla società commercializzante e commercializzata.

Nonostante i lavori siano mal pagati e notevolmente al di sotto delle loro capacità, l’essere fuggiti dalla normalità della loro precedente vita li fa sentire più liberi e aperti a mutamenti, in una sorta di consapevole illusione di essere per lo meno un po’ scampati al sistema. I loro dialoghi brillanti incollano alla pagina, mentre si è travolti dalla loro fredda ricercata inconcludenza, lievemente snobista.

Generazione X di D. Coupland è ambientato a Palm Spring
Generazione X è ambientato a Palm Spring, nel deserto della California

Seppur fuggiti dalle loro città natali, i protagonisti non hanno comunque trovato il paradiso. Lo sfondo ai dialoghi e agli episodi raccontati è comunque percepito come opprimente. L’ambientazione nel deserto californiano accentua senz’altro la sensazione che una sorta di coltre afosa ostacoli la vista del cielo, dell’orizzonte, del futuro.

Un cult in stile moderno

Lo stile narrativo deve molto alla cultura pop ed è esso stesso satira e sub-prodotto del modo di comunicare dei media. Il susseguirsi di scene diverse, perfette in se stesse e brevi, ricordano i video musicali di MTV e le sceneggiature televisive (A Palm Springs non c’è clima, proprio come alla televisione, dice Andy). Le definizioni dei neologismi riportati a lato e gli slogan, ricordano il bombardamento mediatico a cui si è sottoposti. La scrittura di Coupland è fresca, ironica, profondamente colta e ragionata. Leggere Generazione X è un vero e proprio spasso: si ride (e molti si sentiranno meravigliosamente descritti). Questo stile accomuna, come già accennato, altri autori degli anni novanta: C. Palahniuk (autore ad esempio di Fight Club, Soffocare, Survivor, Ninna Nanna, etc.), I. Welsh (Trainspotting 1993, Il Lercio 1998), B.E.Ellis (Tolleranza Zero 1996, Bianco, 2018).

Coupland sostiene di aver tratto ispirazione dal libro Paul Fusell, Class, nel quale vengono presentate e descritti i vari livelli in cui è gerarchizzata la società americana. Con il termine Category X, Fusell indicava quella parte che non poteva essere integrata in nessuna delle classi riportate. Fussell inoltre sottolineava l’impossibilità di cambiare la classe sociale di appartenenza (muovendosi dunque su o giù nella scala sociale), è invece possibile districarsi dal sistema delle classi, uscendo da tale struttura.

L’opera di Coupland è diventata un cult perchè è la prima a tentare (con successo) di ritrarre sogni, paure, pensieri della generazione dei primi anni novanta. Una generazione di più o meno trentenni che è X in quanto ha perso la sicurezza e la stabilità decisionale che governava le vite dei loro genitori, per esempio, trovandosi dunque in un limbo mutevole, in cui lo status di “uomini” e “donne”, con una casa, una famiglia, un posto fisso è spinto via. Andy, Dag e Claire sono persone iper istruite con lavori impiegatizi instabili e ciò che guadagnano non è abbastanza per compare una casa (…vi ricorda qualcosa?). L’ambiente che li circonda si è spersonalizzato, riempendosi d’altro lato di “non luoghi”: spazi artificiali e senza storia, dal momento che i centri commerciali sono uguali dappertutto, come West Palm Spring Village:

[…] un centro residenziale incompiuto risalente agli anni 50. […] in un epoca come questa, nella quale tutte le zone edificabili sono concupite e prese d’assalto, è una vera e propria rarità, un reperto archeologico dell’era moderna. L’atmosfera generale ricorda vagamente il set di un film sul Vietnam.

Generazione X, D. Coupland

Un titolo che è diventato definizione

Coupland racconta dunque la sua generazione. La ricerca è quella della propria identità, serve qualcosa di nuovo in cui credere in seguito alla disillusione guadagnata con l’età. Ma non solo, la ricerca è anche volta a qualcosa di nuovo in grado di appagare: i desideri e i sogni della generazione precedente non soddisfano ne acquietano il tormento provato.

Un altro tema importante è anche la difficoltà di comunicazione e comprensione tra la Generazione X e quelle precedenti. Si pensi, ad esempio, al rapporto di Claire con la sua famiglia o, ancor di più, a quando Andy torna a casa dei suoi, per Natale:

Non sono passati neanche dieci minuti e già mi rendo conto che qualsiasi progresso spirituale o psicologico io possa avere fatto in assenza della mia famiglia è svanito o è stato irrimediabilmente compromesso. Devo rammentarmi che, per quanto un figlio si sforzi, nella mente dei suoi genitori non cresce mai oltre i dodici anni. I genitori si sforzano in tutta buonafede di non esagerare, ma i loro commenti mancano di una visione prospettica e non riescono a mettere a fuoco la situazione. Discutere della propria vita privata con i genitori è un po’ come controllarsi un foruncolo nello specchietto della macchina e convincersi, in mancanza di qualsiasi rispetto per il contesto, che si tratta di una infezione cutanea con aggiunta di sarcoma.

Generazione X, D. Coupland

X, per scelta

Generazione X definisce coloro nati all’ombra del pericolo nucleare e durante gli ultimi anni della Guerra Fredda. Giovani/non giovani consapevoli della catastrofe ambientale causata da una società in cui non si riconoscono e in cui comunque non riescono appieno ad entrare. Scettici e senza appigli, affrontano il futuro irridendo il modo circostante, trascorrendo il tempo raccontandosi storie o facendo qualche danno (esilarante) e lavorando in un McJob.

La peculiarità di questo modo di vivere è che è stato propriamente scelto: i protagonisti sono giovani acculturati (Andy, ad esempio, ha lavorato in Giappone tramite l’Università) e con occupazioni yuppie di medio livello. Coscientemente hanno cercato il licenziamento. Sono consapevoli si aver perso i valori religiosi e di vivere nella precarietà economica. Sentono che la competizione, la carriera, il sogno americano, il marketing, il “sentiero già tracciato” sono solo uno specchietto per le allodole.

D. Coupland, autore di Generazione X
D. Coupland, autore di Generazione X

Vivendo questo allontanamento come un’illuminazione e un disincanto al tempo stesso, Andy, Dag e Claire scelgono un’esistenza più incerta ma radicata nel momento presente. Con questo libro, Coupland racconta una generazione che, per quanto possibile, ha tentato di svincolarsi dal sistema, fregandosene delle conseguenze e vivendo in modo alternativo.

Noi viviamo vite piccole e di periferia; siamo ai margini, e ci sono molte cose alle quali decidiamo di non partecipare. Volevamo il silenzio, e adesso lo abbiamo. […] Il nostro metabolismo aveva smesso di funzionare, grippato dall’odore penetrante delle fotocopiatrici, dal bianchetto, dalla carta extra-strong e dall’incessante stress dei nostri impieghi insignificanti, svolti di malavoglia e senza riconoscimenti di sorta. Eravamo preda di pulsioni che ci spingevano a confondere lo shopping con la creatività, a prendere psicofarmaci e pensare che il sabato sera bastasse semplicemente noleggiare una videocassetta. Ma adesso che abitiamo qui nel deserto, le cose vanno meglio. Molto meglio.

Generazione X, D. Coupland

Questo libro in Italia non è molto conosciuto, al punto che molte librerie non hanno nemmeno la copia dimenticata in fondo al magazzino. Probabilmente, il successo in terra anglofona non si è riprodotto in Italia per motivi culturali. Non vi è mai stato un vero e proprio movimento hippy ed ancora sono venerati gli dei Posto Fisso e Carriera. Forse chi più può sentire proprio quest’opera è chi ha comunque deciso di “mollare tutto e andare”, espatriando.

Un libro davvero da non perdere: brillante, caloroso, sprezzante. Generazione X è la suggestione che prenderà forma completamente nel capolavoro di Palahniuk, Fight Club.

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MONICA TRENTIN

MONICA TRENTIN

Laureata in filosofia e autrice di 3 romanzi, ama le palme, i vecchi film e l'astronomia. Crede nei libri perfino come miglior arrendamento possibile. Sua norma è vivere ad una distanza minima dal mare.

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